Nei primi anni '70, la società Euroclubs, formata da imprenditori del settore della ceramica e dei trasporti di Sassuolo, in provincia di Modena, decise di realizzare un circuito di grandi discoteche nella zona di Parma, Modena e Mantova. Tra queste vi era anche il Jumbo 1 (per tutti semplicemente Jumbo), che venne edificato a Sanguinaro di Fontanellato. La posizione venne scelta con cura, su una via di grande traffico come la via Emilia tra Parma e Fidenza, comodamente raggiungibile dai caselli dell’autostrada A1 Milano-Bologna e dell’A15. Una simile ubicazione fu una vera novità, poiché all'epoca le discoteche e le balere si trovavano tutte nel centro dei paesi. Infatti negli anni ’70, in ogni paese della provincia di Parma, anche il più piccolo, vi era un locale da ballo, perciò la gente difficilmente si spostava per recarsi in un altro locale. Tuttavia, il Jumbo riuscì a cambiare le abitudini dei giovani: non si identificava più una sala da ballo in base al nome del luogo in cui si trovava, ma veniva posto in primo piano il nome della discoteca: si andava al Jumbo.
Frutto della progettazione dello "Studio F2" di Bruno Franzelli di Sassuolo, il Jumbo poteva ospitare oltre 1.300 persone comodamente sedute. La calda morbidezza dei colori e la completezza dell’arredamento, che permetteva di formare zone indipendenti (come la meravigliosa zona dell'american bar), seppero dare all'ambiente un'atmosfera del tutto particolare.
L’apertura avvenne alle ore 22 del 30 settembre 1972 con la soubrette Minnie Minoprio come madrina d’eccezione, e il complesso I Ping Pong. Il primo DJ fu Ivano Carlini. Dopo il primo anno di rodaggio, il Jumbo, sotto la competente direzione di Adriano Ragazzi, spiccò il volo. Sul suo palco si esibirono le più grandi star nazionali ed internazionali: Rocky Roberts, Mia Martini, Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Gloria Gaynor, Rino Gaetano, la PFM, i Pooh, John Miles, Lucio Dalla, Richie Family, Silver Convention, Santa Esmeralda, Ray Charles, I Rockets, Asha Putli, Grace Jones, Tina Turner, Renato Zero, e tanti altri. Vennero anche organizzate serate di intrattenimento con la partecipazione di Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Gino Bramieri, Beppe Grillo e Raffaella Carrà. Anche gli amanti del liscio trovarono nel Jumbo un punto di riferimento per ballare con le migliori orchestre, tanto che tale appuntamento venne ripetuto per due volte alla settimana. Apprezzato DJ del liscio era Roberto Ghirardi, prezioso collaboratore tuttofare di Adriano Ragazzi, direttore e curatore del mensile Euroflash, la pubblicazione della società Euroclubs che trattava notizie di musica, di cultura e di sport.
Nel 1980 fu inaugurata una seconda sala, già prevista nel progetto originario, più informale, allestita con videogiochi, bar con paninoteca, e con una diversa proposta musicale. Il personale di servizio aveva raggiunto le 39 unità, e vi era anche il Cral aziendale. Con le due sale la capienza del locale fu portata a 4000 posti ma, nonostante questo ampliamento, ad alcune serate vi era ugualmente il tutto esaurito. I giovani che frequentavano il Jumbo arrivavano da tutta la provincia di Parma, soprattutto dalla bassa e dalla città, ed anche da Piacenza, Cremona, Brescia e Reggio Emilia.
Tuttavia, la storia del Jumbo non è stata solo una questione legata ai numeri o ai grandi ospiti. La storia del Jumbo è stata un intreccio di vite, di amicizie, di sensazioni, di emozioni e soprattutto di amori che in quel locale sono nati o finiti. Tante coppie si sono sposate dopo essersi conosciute al Jumbo, e di conseguenza porteranno sempre nel cuore il ricordo del luogo nel quale probabilmente si sono scambiate il primo bacio. Il successo del Jumbo è durato fino oltre la metà degli anni '80, quando le mode hanno iniziato a cambiare. Si iniziò a preferire i locali piccoli nei quali si "doveva" andare assolutamente perché lo imponeva la moda del momento. Ed è così che quasi tutte le grandi discoteche di Parma e provincia, o come il Marabù di Reggio Emilia, hanno iniziato il loro declino e hanno dovuto chiudere i battenti. Per tutti noi oggi è triste transitare sulla via Emilia e constatare che il Jumbo è stato demolito, e al suo posto è stato costruito un altro edificio che è tuttora vuoto. Proprio per questo, passandovi davanti, rivolgiamo sempre lo sguardo verso quel luogo, pensando con tristezza a come è finita, ma con la felicità di potere dire "io al Jumbo ci sono stato".